Si sente sempre più spesso parlare di prodotti a km 0, esaltando la loro freschezza e la genuinità dei piatti che ne derivano.
A cosa ci si riferisce esattamente?
Parliamo di generi alimentari che vengono reperiti direttamente sul posto, facendo visita al consumatore senza coinvolgere logistica e accorciando la filiera.
Immagina di non avere intermediari della compravendita, con il risultato di risparmiare in termini di denaro e di inquinamento globale.
Vediamo quindi meglio di cosa si tratta e quali sono i vantaggi di scegliere prodotti a km 0 per la propria famiglia o se si possiede un’attività commerciale.
Quando nasce il concetto di km 0
Se prima degli anni 2000 l’attenzione nei confronti dell’ambiente era notevolmente accantonata, a favore di uno sviluppo sempre più febbrile, intorno al 2004-2007 si è iniziato a badare di più all’impatto dell’industria alimentare sul territorio,
introducendo il concetto di km 0.
Stavano infatti sorgendo sempre più numerose le aziende che trattavano direttamente con i consumatori finali, vendendo il frutto del proprio lavoro senza affidarlo a un grande distributore.
Il consumatore aveva quindi la possibilità di reperire freschi diversi ingredienti, vedendo dal vivo le modalità di allevamento e coltivazione portate avanti.
Niente etichette importanti, solo un rapporto diretto che limitava i trasporti e quindi i costi finali e l’inquinamento della terra e dell’aria.
Molto interessante è stata poi la riscoperta dei sapori antichi e tradizionali, tralasciando in parte la produzione industriale in serie, a favore di quantitativi minori ma di qualità superiore dal punto di vista del gusto e del nutrimento.
Lo scopo era molteplice, in quanto da un lato diventava sempre più impellente la necessità di salvaguardare un pianeta in sofferenza, dall’altro i clienti apprezzavano i costi ridotti e la possibilità di assaggiare alimenti coltivati come un tempo, molto più naturali rispetto a quelli della grande distribuzione.
Quali sono i principali prodotti a km 0
Essendo alimenti prodotti e coltivati direttamente sul posto, i principali prodotti a km 0 sono la frutta e la verdura, venduti con cadenza stagionale a seconda del ciclo naturale.
Questo determina una maggiore freschezza, un sapore autentico ma anche dei quantitativi inferiori rispetto alla grande distribuzione, che attinge anche a territori lontani per far trovare al consumatore alcune varianti durante tutti i mesi dell’anno.
Pensa quando al supermercato spuntano le fragole a febbraio e immaginalo come l’esatto contrario del concetto di km 0.
Si aggiungono a queste due macrocategorie tutti i prodotti caseari, come i formaggi e il latte, oltre alle uova, all’olio di oliva o di semi e alla carne se si possiedono capi di bestiame direttamente sul posto.
Il concetto si è talmente ampliato che attualmente sono realizzati dei veri e propri pacchetti che consentono di vivere esperienze nell’ambito del km 0, visitando le aziende e assaggiando alcuni dei prodotti tipici.
I vantaggi del concetto del km 0
Numerosi sono i vantaggi che nel tempo è stato possibile trarre ricorrendo al concetto di km 0.
In primo luogo a diminuire è l’inquinamento del territorio, poiché vengono meno i mezzi di trasporto che portano il cibo nei vari spostamenti da produttore, grossista e cliente.
Le aziende utilizzano solitamente metodi naturali di coltivazione, ricercando la qualità piuttosto che la quantità e puntando su sapori autentici e tradizionali.
L’obiettivo è rispettare il ciclo delle stagioni e proporre solo alimenti che crescono nel determinato periodo, senza forzare le coltivazioni con prodotti chimici.
Fidelizzarsi a un’azienda a km 0 permette anche di riscoprire i sapori della propria regione, che molto spesso si perdono nello standard tutto uguale dei grandi supermercati, che offrono una grande quantità di prodotti tutto l’anno facendo perdere la particolarità del singolo posto.
A diminuire sono ovviamente anche i costi, poiché la filiera si accorcia e il cliente non è tenuto a pagare un sovrapprezzo riferito alla logistica e alla conservazione del cibo mentre viene trasportato.
Viene meno il carburante usato per i mezzi di trasporto del cibo, con conseguenze positive dal punto di vista ambientale ed economico.
Il km 0 è quindi un’ottima idea per portare in tavola cibo sano e risparmiare sui costi.